Visita Pastorale Arcidiocesi di Lecce

Visita Pastorale (1) - L'ACCOGLIENZA
Saluto del parroco a mons. Michele Seccia.

Amato padre
e stimato nostro pastore Mi

Visita Pastorale (1) – L’ACCOGLIENZA Saluto del parroco a mons. Michele Seccia. Amato padre e stimato nostro pastore Mi

Visita Pastorale (1) – L’ACCOGLIENZA
Saluto del parroco a mons. Michele Seccia.

Amato padre
e stimato nostro pastore Michele,
le do il benvenuto nella sua Parrocchia
Maria Regina a nome di tutti i fedeli:
dei collaboratori a me più vicini
e dei frequentatori più assidui,
così come anche di coloro
che si tengono un po’ a distanza.

La accogliamo sempre volentieri
e in questi ultimi anni
non sono state poche le occasioni:
per il 50° della nostra bella chiesa,
per la nomina del nuovo amministratore
e poi per il 25° anniversario di sacerdozio
e insediamento del sottoscritto parroco,
per il Giubileo del sempre ricordato
don Vincenzo Ruggio,
per il 50° del caro don Attilio,
per le sante cresime.
Ogni volta è per noi una viva gioia
incontrarla e ascoltarla.

Oggi e per questi tre giorni,
dopo i momenti cittadini
già celebrati in Quaresima,
ci lasciamo da lei osservare
e conoscere ancora meglio,
desiderosi di ricevere ulteriori
e preziosi stimoli per la nostra crescita.

Avvertiamo come tanti nella Chiesa
i tempi difficili che stiamo attraversando.
Qualche decennio fa
si denunciava il prender piede
di un diffuso «secolarismo»
anche tra i cattolici praticanti.
In un recente passato si usava la formula
«viviamo in una società ormai scristianizzata».
Oggi possiamo ammettere
senza mezzi termini
di «vivere in un’era ormai post-cristiana»:
lo vediamo e lo tocchiamo con mano
dall’indebolimento del senso cristiano
delle coscienze,
dallo smarrimento del senso del peccato,
dal ritenere che facendo a meno di Dio
la vita scorre abbastanza bene lo stesso,
dal diminuito numero dei fedeli
alla messa della domenica,
dalla fatica delle famiglie nel rispondere
alle convocazioni di preghiera,
di formazione, di spiritualità
o anche di cultura,
sempre indaffarati dalle mille incombenze,
dallo stress, dai turni di lavoro.
E, aggiungo io,
da un diffuso e immancabile impigrimento.

Oggi «animare la parrocchia»,
di certo ovunque ma lo dico
per la nostra comunità,
è un continuo inventarsi
e proporre a tutti delle iniziative
a prescindere da quanti risponderanno
e vi prenderanno parte.
Noi lo facciamo, anche accogliendo
lo stimolo del papa Francesco prima
e del Sinodo poi,
di “uscire dalla sacrestia
e di andare incontro alla gente”
come in alcune recenti iniziative.
Lo Spirito Santo ci benedica
e ci sostenga in questo impegno.

Ce lo lasci dire:
SIAMO UNA BELLA COMUNITÀ
in cui ci si vuole bene,
si collabora, si prega,
si cerca di animare il quartiere
per offrire occasioni di incontro,
di socialità e di festa.
Siamo consapevoli
di non essere una comunità perfetta,
abbiamo i nostri bei difetti
e siamo ancora manchevoli
su diversi piani. Ma:
CI SENTIAMO IN CAMMINO E IN RICERCA.

Vogliamo bene a Gesù,
lo cerchiamo e ci nutriamo di Lui,
ci rimettiamo costantemente
alla volontà del Padre,
unica nostra salvezza.
Coltiviamo una devozione semplice,
ma radicata e filiale in Maria.

Ci aiuti, Padre, a riscoprire
la bellezza dell’essere cristiani e cattolici,
del seguire il messaggio di Gesù
troppo spesso scambiato
per un «portatore di divieti»,
più che come il portatore di Vita,
della Vita vera.
Ci rimettiamo alla sua parola
e a quanto vorrà suggerirci.
BENVENUTO!

don Vanni
12 aprile 2024 🙏






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