L’Inno per la Visita Pastorale dell’Arcivescovo alla Chiesa di Lecce prende le mosse dalla letteratura giovannea nel suo insieme, il compito di Cristo è quello di annunciarci il regno di Dio e quello del Vescovo è di confermare il suo popolo nella fede che si è ricevuta in dono dalle generazioni precedenti e che poi si è chiamati a trasmettere a quelle future. Il popolo di Dio è spinto ad una vita pienamente teologale, esercitandosi nelle virtù che da Dio provengono e a Dio conducono, virtù che nel testo sono accompagnate da un attributo che le mette al riparo da interpretazioni distorte, ma che, invece, sono in conformità con ciò che si è ricevuto.

Dall’incontro con Lui parte poi l’entusiasmo di annunciare perché la gioia del mondo sia riempita, sia vera, sia completa.

Un doppio ritornello accompagna le diverse strofe: nel primo viene espressa la finalità dell’annuncio cristiano che è l’essere in comunione gli uni con gli altri. Mentre nel secondo ritornello è consegnato una sorta di impegno per il bene di tutti che è l’annuncio del Vangelo, compito affidato alla Chiesa intera e in cui tutti dovrebbero sentirsi coinvolti.

L’inno ricalca una scrittura semplice, priva di virtuosismi, adatta ad essere cantata subito da tutti, dai bambini agli adulti, con l’uso di qualsiasi strumento, dall’orchestra sinfonica al pianoforte, alle chitarre o all’organo.

Insomma, il Signore viene a visitarci, “Lodiamo col suono della tromba, con il salterio e la cetra, con i timpani e le danze, con gli strumenti a corda e con i flauti, con cembali risuonanti e squillanti”.

Don Tiziano Galati e Don Biagio Mandorino